giovedì 9 maggio 2019

L’apicoltura: una passione dolce come il miele (post numero 5)


Un nobile mestiere si è sviluppato nel corso dei secoli. Dagli antichi egizi fino ai giorni nostri l’apicoltura si è sviluppata a tal punto che, le più recenti tecniche innovative permettono di ottenere miele alla spina direttamente dalle casette di api. Ma prima di parlare delle innovazioni partiamo dalle basi.
Primo ostacolo da superare
Tutti sanno che l’apicoltura è l’allevamento di api domestiche per ricavare il miele ma purtroppo l’interesse per l’argomento si esaurisce dopo aver collegato il mestiere dell’apicoltore con la possibilità di esser punti. Sicuramente le api non sono contente quando gli viene portata via una parte delle scorte alimentari che hanno raccolto faticosamente, ma impedire il furto risulta un motivo insufficiente per attaccare. Infatti, quando pungono, non possono ritrarre il pungiglione, il quale si strappa causando loro una morte lenta e dolorosa. Non sono quindi così propense a pungere, come molti pensano, e ricorrono ad un tale atto di sacrificio solo se viene minacciata la sicurezza della famiglia. Molto più aggressive sono le vespe che possono pungere più volte senza morire ne provar dolore. Per capire come distinguerle dalle api potete far riferimento all’immagine del post.
Il segreto dell’apicoltore
Gli apicoltori, quando aprono una casetta di api ed estraggono il miele o maneggiano la regina, utilizzano un facile trucchetto per non farsi aggredire: fanno sentire l’odore di fumo alle api che pensano ci sia un incendio. Si attiva perciò il piano di evacuazione che consiste nel racimolare più scorte possibile per poi scappare ma, come spesso accade in natura, dopo aver mangiato sale la sonnolenza e le api sono più mansuete. In questo modo l’apicoltore può lavorare senza troppi problemi.
L’arnia
Una famiglia di api assieme all’alveare costituisce per definizione un arnia. Una famiglia o sciame ben formato contiene in media 10-20 mila api ma ognuna ha un ruolo ben preciso. La regina è l’unica che depone le uova, perciò da essa dipende la robustezza della famiglia. I fuchi sono i maschi della famiglia e, a parer mio, è l’animale più spensierato della terra perché viene fatto nascere con il solo compito di fecondare la regina. Il fuco quindi non lavora e non possiede il pungiglione rimanendo esente dal dover sacrificarsi nel caso di attacco. Le api operaie, al contrario, passano la loro breve vita a lavorare faticosamente per costruire, sostenere e difendere la famiglia di cui fanno parte.
Moltre altre cose interessanti ci sono da dire sulle api e l’apicoltura ma per il momento può bastare. Spero di aver affievolito la vostra paura per le api ma se così non fosse continuate a seguire la campagna “Adotta un’arnia” perché non appena passerà il mal tempo pubblicherò un video fatto in azienda dove dimostrerò concretamente che le api sono innocue.
Ricordo di commentare, avvisando se le cose non sono chiare e se c’è un argomento di vostro interesse che volete approfondire. Ricordo inoltre che potrete contribuire attivamente al sostentamento delle api donando e ricevendo le gustose ricompense che troverete su questo sito: https://www.ideaginger.it/progetti/adotta-un-arnia.html

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