Quando
si parla dell’impatto ambientale che l’uomo causa sulla natura
possono venire in mente tanti esempi: le discariche, le produzioni
intensive, i combustibili fossili che producono smog, il buco
dell’ozono, i gas serra... Ma prima di imbatterci in tutti i
problemi che esistono a questo mondo preoccupiamoci del più
importante.
L’acqua,
dopo il sole, è la principale fonte di vita per tutti gli esseri
viventi infatti permette tutte le principali reazioni chimiche legate
ai processi vitali. Non per caso costituisce più del 60% del nostro
corpo. Anche gli astronomi stanno considerando la presenza di vita su
Marte dopo aver trovato acqua sul pianeta rosso…
Essendo
l’acqua tanto importante quanto la vita stessa comincerei
dall’esaurire
questo argomento per proseguire poi con i successivi.
Facciamoci
un’idea
della situazione
Fortunatamente
di acqua ce né tanta sulla terra: più del 70% della superficie
terrestre ne è ricoperta. Il problema è che solo il 2,7% dell’acqua
mondiale è dolce: il 2% si trova nei ghiacciai e ai poli mentre lo
0,7% è localizzato nelle falde acquifere e sotterranee, nei fiumi,
nei laghi e nell’atmosfera. Considerando che non tutti i paesi
hanno le tecnologie adatte a estrarre acqua dal sottosuolo ma spesso
si può beneficiare di quella fornita dallo scioglimento dei
ghiacciai, si stima che l’acqua utilizzabile e disponibile per gli
esseri viventi è l’1% di quella mondiale. Il valore ottenuto è
però in costante diminuzione per l’innalzamento delle temperature
e il conseguente scioglimento delle calotte polari. Inoltre i
cambiamenti climatici, fanno si che, a lunghi periodi di siccità, si
alternino brevi periodi di piogge abbondanti e violente; così,
l’acqua che cade in grande quantità e velocemente sul terreno
arido, ha difficoltà ad essere assorbita e invece di ricaricare le
falde tende a defluire verso i fiumi per poi finire in mare dove
diventa inutilizzabile sia per noi che per piante ed animali.
Water
footprint
Il
WWF stima che il consumo idrico pro-capite annuo di un italiano sia
di 2300m3;
questo
valore viene definito “water footprint” (o impronta
idrica)
e serve per confrontare l'impatto che ogni nazione ha nei confronti
delle risorse idriche.
Nel
water footprint
sono compresi i contributi di:
consumi diretti,
consumi
indiretti e i consumi causati dall’inquinamento.
I consumi diretti sono quelli che derivano dall'utilizzo di acqua dal
rubinetto come: bere, pulire, cucinare… Gli indiretti comprendono
invece
tutti i consumi per produrre, trasportare e rendere disponibili gli
alimenti, i
beni ed i servizi che utilizziamo ogni giorno.
Il consumo per ripristinare la
purezza dell’acqua che inquiniamo considera la
quantità d’acqua
necessaria per diluire l’inquinante affinché non sia più dannoso .
Per
ridurre la nostra water footprint va quindi posta l’attenzione in
tre direzioni: ridurre i consumi diretti, ridurre i consumi indiretti
e ridurre l’inquinamento.
Ma
per quale motivo dobbiamo sforzarci di ridurre i consumi se ci basta
aprire il rubinetto per avere tutta l’acqua che vogliamo?
Il
vero problema idrico
Siamo
abituati ad avere almeno un paio di rubinetti in casa
con
disponibilità d’acqua illimitata ma dal paragrafo precedente
abbiamo compreso quanto invece sia una risorsa limitatissima. Per
rendere il bene disponibile lo stato italiano importa più della
metà di acqua dall’estero.
Se riducessimo i consumi rimarrebbe più acqua disponibile per
le
popolazioni che invece muoiono di sete.
Come
attuare il cambiamento
In
questo post vedremo alcuni modi per ridurre i consumi diretti; mentre
per i consumi indiretti e per quelli derivanti dall’inquinamento
dedicherò un post a parte.
I
consigli che per ora vi do e che spero già osserviate sono:
-
Far partire lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico
-
Installare i miscelatori nei rubinetti perché aggiungono aria al getto d’acqua permettendo un consumo minore a parità di resa
-
Tenere chiuso il rubinetto mentre si insaponano i piatti, mentre ci si mette lo sciampo sotto la doccia, mentre ci si spazzola i denti ed ogni volta che sia possibile farlo
-
Preferire la doccia al bagno perché per riempire una vasca occorrono circa 150L mentre per 10 min di doccia se ne utilizzano solo 70 (5-9 L al minuto)
-
Installare sciacquoni che permettano di scegliere il getto d’acqua più adeguato
-
Riutilizzare l’acqua sporca ma non inquinata e non salata per innaffiare le piante del giardino. Alcuni esempi possono essere: l’acqua dell’acquario o quella usata per lavare le verdure
-
L’acqua di cottura della pasta ha invece un potere sgrassante che può esser usato nel lavaggio di stoviglie unte. In alternativa si può riempire il lavandino con l’acqua di cottura e tenerci in ammollo le stoviglie incrostate; in questo modo lo sporco verrà via più facilmente e si potrà risparmiare tempo oltre all’acqua
-
Utilizzare l’acqua del deumidificatore e del condizionatore per il ferro da stiro
-
Quando la piscina non viene utilizzata per lunghi periodi conviene coprila con un telo di colore chiaro per ridurre l’evaporazione
-
Scongelare gli alimenti all’aria invece che sotto l’acqua corrente
Per
ora può bastare ma se conoscete altri trucchetti per ridurre i
consumi diretti di acqua scriveteli nei commenti così che anche
altri possano metterli in pratica.