martedì 28 maggio 2019

Il ciclo del carbonio (post numero 7)

Finalmente siamo riusciti a concludere il tema dell’acqua; passiamo quindi ad approfondire l’argomento: aria. L’aria è un miscuglio di gas composto prevalentemente da azoto (78%), ossigeno (21%), argon (0,9%) e anidride carbonica, detta anche CO2, presente con concentrazione pari a 412 parti per milione. Dando un’occhiata ai grafici e i relativi valori, ci si accorge subito che la CO2, di cui si parla tanto male, rappresenta una fetta estremamente piccola dell’aria. Allora per quale motivo viene tanto demonizzata? Per capirlo andiamo a scoprirne la formazione. Nel corso della preistoria, gli organismi foto-sintetizzanti come alberi e piante, hanno assorbito il carbonio della CO2 restituendo O2 grazie proprio al fenomeno della fotosintesi. In questo modo, il carbonio presente in atmosfera, viene assorbito dalle piante con cui costruiscono nuovo legno. Quando le piante muoiono e si decompongono, vanno a formare la sostanza organica che aumenta la concentrazione di carbonio nel terreno. Lo stesso vale anche per gli animali che, nutrendosi di piante, si arricchiscono di carbonio atmosferico e morendo lo trasferiscono al terreno.
Ulteriori processi geologici durati milioni di anni, hanno formato, negli strati del sottosuolo, miniere di carbone e giacimenti petroliferi proprio grazie al carbonio immagazzinato nel terreno. A partire dal 1700, con la rivoluzione industriale, abbiamo cominciato a estrarre tali combustibili arrivando quasi all’esaurimento in appena 300 anni. Il carbonio che quindi era stato stoccato in profondità lo stiamo restituendo all’atmosfera chiudendo il cosiddetto “ciclo del carbonio”. Il ciclo del carbonio avverrebbe naturalmente con le eruzioni vulcaniche e altri fenomeni naturali, ma bruciando i combustibili fossili siamo andati a sbilanciare un delicato equilibrio che permette a tutti noi di avere aria più respirabile e un ottimale effetto serra. L’effetto serra infatti non è solo un fenomeno negativo ma sperando di aver stimolato la vostra curiosità lascio tale argomento per il prossimo post.

Non dimenticate che la vostra opinione è importante per questo motivo attendo un commento sperando che l’argomento sia interessante. Invito inoltre a sostenere la campagna “adotta un’arnia” per non perdervi le gustose ricompense che troverete sul sito https://www.ideaginger.it/progetti/adotta-un-arnia.html

mercoledì 22 maggio 2019

Giornata mondiale dell'apicoltura

Il 20 maggio è stata la "Giornata Mondiale delle Api",  proclamata nel 2018 dall'Organizzazione delle Nazioni Unite. La data è stata scelta poiché coincide con il giorno in cui nacque Anton Janša, che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia. L'obbiettivo dell'evento è fare comprendere il ruolo essenziale delle api per l'intera umanità, in quanto danno un fondamentale contributo al mantenimento della biodiversità stimando che il 76% del cibo che mangiamo è frutto del loro lavoro di impollinazione. Ogni volta che mangiamo una fragola, una patata, una mela, un pezzetto di cioccolata o che beviamo un caffè o una spremuta dovremmo ringraziare le api. Ma questo prezioso impollinatore sta scomparendo a causa dei cambiamenti climatici, dell'inquinamento, dell'uso intensivo di fitofarmaci per l'agricoltura e delle malattie. Ecco perché è importantissimo far conoscere di più la vita delle api, il loro ruolo nel preservare la biodiversità ed è necessario che, non solo gli agricoltori ma tutti i cittadini del pianeta, si attivino per aiutarle spargendo semi di fiori.

Più informazioni su

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Giornata_mondiale_delle_api

lunedì 20 maggio 2019

Esperimento scientifico sull'inquinamento dell'acqua


Ieri al mercato di Sasso Marconi, oltre a vendere il miele, abbiamo preparato questa piccola dimostrazione di uno degli effetti dell'inquinamento dell'acqua

mercoledì 15 maggio 2019

La purezza dell’acqua (post numero 6)


Dal precedente post sull’acqua abbiamo visto come sia facile ridurre anche del doppio i propri consumi giornalieri facendo scelte consapevoli sui consumi mentre ora vediamo come si può preservare la purezza dell’acqua.
Ridurre i rifiuti

Girando per vie di campagna in bicicletta mi imbatto spesso in zone a bordo strada dove cocci e rifiuti vari rovinano il paesaggio e mi domando che fine faranno. Il lavoro di pulizia dell’ambiente viene solitamente svolto dall’acqua che, durante i periodi piovosi, convoglia e trascina i rifiuti nei fiumi e poi nei mari. Una volta arrivati qui sono le correnti marine a trasportarli, accumulandoli in zone specifiche nelle quali si formano delle vere e proprie isole di immondizia. La più grande attualmente si trova al centro dell’oceano pacifico e ha un’estensione che va da 700mila a 10milioni di km quadrati ma non è la sola. Altre 5 isole raccolgono rifiuti che vengono da tutto il mondo e che qualcuno di noi esseri umani ha abbandonato fuori dai cassonetti causando il catastrofico inquinamento della risorsa idrica. (maggiori informazioni sulle isole di plastica potete trovarle alla pagina: https://corriereinnovazione.corriere.it/cards/6-isole-plastica-piu-grandi-mondo/great-pacific-garbage-patch_principale.shtml )
Ridurre gli inquinanti
Come l’acqua porta via lo sporco dalla pelle quando ci laviamo, così anche gli inquinanti presenti nel terreno e nell’aria vengono lavati via dai corsi d’acqua e dalle piogge. È quindi facile intuire per quale motivo spesso sentiamo odore di cloro nell’acqua del rubinetto di casa nostra: gli enti che gestiscono gli acquedotti sono costretti ad aggiungere nelle linee di conduzione il biossido di cloro, un disinfettante che permette la potabilità dell’acqua estratta da falde. Buona parte dell’inquinamento viene dallo smog presente in atmosfera e da concimi e pesticidi usati in agricoltura ma l’inquinante per eccellenza è il liquame.
Come risolvere il problema?
Probabilmente sono poche le persone che gettano i rifiuti fuori dai cassonetti, per quanto riguarda lo smog non possiamo evitare di usare i mezzi di trasporto e nemmeno impedire agli agricoltori di usare concimi e pesticidi. Chiedere di ridurre la produzione di liquami si può dire che è contro natura ma quindi come si può fare a ridurre l’inquinamento?
Ridurre l’inquinamento

Prendiamo di nuovo l’esempio in cui dobbiamo fare una scelta su cosa prepararci per pranzo, visto che è l’unica cosa su cui ci troviamo tutti a dover scegliere più volte nello stesso giorno. Avendo a disposizione i due menù del post numero 4 andiamo a scegliere tra pasta e uova sode oppure carne e pomodori chiedendoci questa volta come possiamo ridurre i l’inquinamento dell’acqua. Pasta e uova sono prodotti confezionati solitamente con imballaggi semplici di carta o plastica ma comunque di ridotti volumi rispetto alla quantità di alimento; per produrli viene impiegata una determinata area agricola dove vengono coltivati il grano della pasta ed il mangime per la gallina che ha fornito le uova e che ovviamente ha anche prodotto escrementi. La bistecca e i pomodori solitamente sono venduti in confezioni di plastica, la superficie agricola per produrli è certamente più ampia e vengono prodotti sicuramente più escrementi per un semplice motivo: una gallina può produrre molte uova nella sua vita mentre una vacca produce carne una volta sola.
Altri consigli che do sono:
  • Fare la raccolta degli oli esausti perché versandoli nel lavandino tutti gli animali acquatici ne soffriranno
  • Ridurre i volumi d’acqua dello sciacquone del WC per ridurre i liquami che più facilmente verranno smaltiti dalle isole ecologiche
  • Preferire saponi e detersivi ecologici per lavarsi e fare le pulizie
Ancora una volta ricordo di lasciare commenti su come voi operate per ridurre l’inquinamento dell’acqua e di visitare il sito: https://www.ideaginger.it/progetti/adotta-un-arnia.html per dare il vostro contributo al sostentamento della vita delle api.

giovedì 9 maggio 2019

L’apicoltura: una passione dolce come il miele (post numero 5)


Un nobile mestiere si è sviluppato nel corso dei secoli. Dagli antichi egizi fino ai giorni nostri l’apicoltura si è sviluppata a tal punto che, le più recenti tecniche innovative permettono di ottenere miele alla spina direttamente dalle casette di api. Ma prima di parlare delle innovazioni partiamo dalle basi.
Primo ostacolo da superare
Tutti sanno che l’apicoltura è l’allevamento di api domestiche per ricavare il miele ma purtroppo l’interesse per l’argomento si esaurisce dopo aver collegato il mestiere dell’apicoltore con la possibilità di esser punti. Sicuramente le api non sono contente quando gli viene portata via una parte delle scorte alimentari che hanno raccolto faticosamente, ma impedire il furto risulta un motivo insufficiente per attaccare. Infatti, quando pungono, non possono ritrarre il pungiglione, il quale si strappa causando loro una morte lenta e dolorosa. Non sono quindi così propense a pungere, come molti pensano, e ricorrono ad un tale atto di sacrificio solo se viene minacciata la sicurezza della famiglia. Molto più aggressive sono le vespe che possono pungere più volte senza morire ne provar dolore. Per capire come distinguerle dalle api potete far riferimento all’immagine del post.
Il segreto dell’apicoltore
Gli apicoltori, quando aprono una casetta di api ed estraggono il miele o maneggiano la regina, utilizzano un facile trucchetto per non farsi aggredire: fanno sentire l’odore di fumo alle api che pensano ci sia un incendio. Si attiva perciò il piano di evacuazione che consiste nel racimolare più scorte possibile per poi scappare ma, come spesso accade in natura, dopo aver mangiato sale la sonnolenza e le api sono più mansuete. In questo modo l’apicoltore può lavorare senza troppi problemi.
L’arnia
Una famiglia di api assieme all’alveare costituisce per definizione un arnia. Una famiglia o sciame ben formato contiene in media 10-20 mila api ma ognuna ha un ruolo ben preciso. La regina è l’unica che depone le uova, perciò da essa dipende la robustezza della famiglia. I fuchi sono i maschi della famiglia e, a parer mio, è l’animale più spensierato della terra perché viene fatto nascere con il solo compito di fecondare la regina. Il fuco quindi non lavora e non possiede il pungiglione rimanendo esente dal dover sacrificarsi nel caso di attacco. Le api operaie, al contrario, passano la loro breve vita a lavorare faticosamente per costruire, sostenere e difendere la famiglia di cui fanno parte.
Moltre altre cose interessanti ci sono da dire sulle api e l’apicoltura ma per il momento può bastare. Spero di aver affievolito la vostra paura per le api ma se così non fosse continuate a seguire la campagna “Adotta un’arnia” perché non appena passerà il mal tempo pubblicherò un video fatto in azienda dove dimostrerò concretamente che le api sono innocue.
Ricordo di commentare, avvisando se le cose non sono chiare e se c’è un argomento di vostro interesse che volete approfondire. Ricordo inoltre che potrete contribuire attivamente al sostentamento delle api donando e ricevendo le gustose ricompense che troverete su questo sito: https://www.ideaginger.it/progetti/adotta-un-arnia.html

domenica 5 maggio 2019

Consumi indiretti ed inquinamento sono la chiave di volta (post numero 4)

Inquinamento idrico e consumi indiretti sono i principali responsabili degli alti valori della nostra water footprint (termine spiegato nel post numero 2) infatti, i dati riportati dal WWF affermano che solo il 4% dell’acqua consumata è per usi domestici; mentre il restante 96% serve per la produzione, il consumo e lo smaltimento dei prodotti che acquistiamo. I consumi diretti sono chiaramente più facili da ridurre perché prettamente legati all’apertura di un rubinetto; quindi li possiamo regolare e diminuire facendo scorrere meno acqua possibile. I consumi indiretti di acqua, raggruppati anche sotto il nome di acqua virtuale, sono molto più difficili da tener sotto controllo. Proprio per questo motivo potremo comprendere quanto le nostre decisioni più banali possono influenzare la disponibilità della risorsa idrica.
Un esempio banale
Immaginiamo che sia arrivata l’ora di pranzo e ci viene fame, andiamo in cucina ed apriamo il frigorifero. Se idealmente avessimo la possibilità di scegliere tra mangiare un piatto di 180g pasta e due uova oppure una bistecca di manzo da 250g e due pomodori quale sceglieresti per ridurre il consumo di acqua?
Con un breve calcolo, dai dati forniti dal WWF su questa pagina: http://awsassets.wwfit.panda.org/downloads/impronta_idrica_finale.pdf , si ottiene che il primo menù contiene: 333L di acqua virtuale dalla pasta + 400L dalle uova che in totale fanno 733L; il secondo menù invece contiene 3850L dalla bistecca + 100L dai pomodori che in totale ci fanno consumare 3950L di acqua virtuale. Ti sarai accorto che il secondo menù contiene più di 5 volte l’acqua virtuale del primo ed inoltre fornisce la metà delle calorie, quindi stimolerà più velocemente l’appetito.
L’utilizzo di un esempio sulla scelta alimentare non è stato casuale infatti circa l’89% dell’acqua virtuale che consumiamo ogni giorno proviene proprio dal cibo mentre solo il restante 7% viene utilizzato nella produzione e smaltimento di tutti gli altri beni di consumo. Per capire quale alimento ha avuto bisogno di più acqua nella sua produzione è molto semplice: basta guardare su che grado della piramide alimentare si trova.
La piramide dei consumi dell’acqua
Carne rossa, formaggi stagionati ed alimenti molto elaborati hanno il maggior contenuto di acqua virtuale, poi vengono gli alimenti grassi ed i latticini, poi le carni bianche e il pesce, successivamente uova, legumi, riso e dolci, poi pasta, pane e latte, e per finire frutta e verdura. Si potrebbe dire che abbiamo trovato un motivo in più per seguire una dieta salutista :)... Chiaramente se una persona fa sport o ha bisogno di una dieta particolare come i body-builder bisogna assolutamente integrare con proteine e grassi ma chi non ha problemi particolari potrebbe fare lo sforzo di seguire una dieta più vegetariana, sostituire qualche volta in più i legumi e le uova alla carne e preferire le carni bianche e il pesce alle carni rosse e latticini.
Link e siti utili
Se sei interessato a sapere di più sulla tua water footprint puoi calcolarla facilmente su questo sito: https://waterfootprint.org/en/resources/interactive-tools/personal-water-footprint-calculator/ . Ricorda inoltre che le api dell’azienda I Tigli stanno aspettando il tuo aiuto e sono disposte a ricompensarti con miele ed altri gustosi prodotti che puoi trovare su questo sito: https://www.ideaginger.it/progetti/adotta-un-arnia.html

venerdì 3 maggio 2019

Aiutiamo le api nell’impollinazione (post 3)


Ciao a tutti. Ci tengo a ringraziare coloro che hanno accettato la sfida di contribuire al miglioramento commentando e dando consigli ulteriori su come ridurre i consumi diretti di acqua. Prima di passare ai consumi indiretti vorrei parlarvi dell’azienda agricola “I Tigli” e del perché sta finanziando e gestendo la pubblicazione di questi post sull’ecosostenibilità. L’azienda si occupa di allevare api ma negli ultimi anni ha avuto dei problemi produttivi a causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento, perdendo intere famiglie e calando la produzione. Ha quindi fatto partire una campagna di raccolta fondi online per poter aiutare le api, sia a svolgere l’importantissimo compito di impollinazione, che a produrre miele. Sensibilizzando la gente sull’impatto ambientale che causiamo si spera di ridurre il problema alla radice, ma nell’immediato alle api servono: sostentamento, cure ed attenzioni; per questo la raccolta fondi è aperta ed attende anche il tuo contributo. Visitando il sito https://www.ideaginger.it/progetti/adotta-un-arnia.html scoprirai che, per ogni donazione, verranno date molte ricompense tra cui anche lo stesso miele e la visita dell’apiario. Ci tengo inoltre ad informarti che la campagna è un crowdfounding del tipo “all or nothing” perciò ti viene garantita la restituzione dell’intera donazione se la raccolta fondi non raggiungerà l’obbiettivo prestabilito.